lunedì 17 giugno 2013

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Ieri mattina facevo colazione al bar, quando vicino a me si sono sedute due giovani donne. Parlavano dei problemi di cuore di una di loro. Salta fuori che la poveretta si era innamorata di un tipo che viveva in una città diversa. Lei prendeva il treno il sabato, faceva due ore di viaggio per raggiungerlo, e il lunedì mattina prestissimo tornava a casa, in tempo per andare a lavorare. Lui diceva sempre che potevano approfittare delle occasioni di divertimento che la grande città offriva, mentre da lei, in quel paesino, al massimo si poteva andare in gelateria dopo cena. 

Dopo un anno di via vai, però, la poveretta gli ha detto che, ogni tanto, si poteva fare il contrario, no? In fondo, non era importante uscire tutte le sere, si poteva pure passare qualche serata in casa.
Il tipo si è prima sorpreso, poi risentito, e dopo un po' ha deciso di prendersi una pausa di riflessione, sostenendo che non sospettava lei fosse un'egoista pretenziosa, e che lui arrivava stanco morto la sera, a casa, e certo non poteva mica mettersi in viaggio in quelle condizioni. L'ho sentita dire, con le mie orecchie: "Forse non dovevo insistere così, perché ora mi manca tanto".

Anche alle Ferrovie dello Stato manchi tanto. A lui non credo.

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